Questa te la devo proprio raccontare, sono andata in TV a parlare di yoga della risata, ed è accaduto tutto in modo molto inaspettato e bellissimo al tempo stesso.

Non è certo la prima né l’unica volta che lo yoga della risata va in TV, anzi. Sono infatti diversi i colleghi trainer di yoga della risata che sono apparsi sullo schermo, in radio, nei diversi media di comunicazione per raccontare i benefici di questa meravigliosa pratica. Finalmente se ne parla sempre più spesso. A me è capitato il giorno dell’Epifania.

Lo scorso 6 gennaio ho partecipato come “ignota” alla trasmissione I Soliti Ignoti condotta da Amadeus. Una serata importante, che ha radunato tantissimi italiani attorno allo schermo in attesa dell’estrazione dei biglietti della Lotteria.

E’ stata la mia Epifania

Partecipare a I Soliti Ignoti è stata la mia Epifania: il coraggio di portare agli altri quello in cui credo senza timore, ma con la gioia che desidero.

Senza ripensamenti.

Con semplicità e stupore.

Con la parte più seria di me.

È stato lo stupore di essere invitata come Ignota e scoprire che il premio della vincita sarebbe andato alla Fondazione Onlus Dottor Sorriso, un ente che porta il sorriso in corsia ai malati.

È stato vedere il sorriso spontaneo, reale e condiviso che si è aperto come un fiume su tutti con il più semplice degli esercizi dello yoga della risata: inspiro, trattengo…e rido.

È stato ricevere la conferma dagli attori, dai comici e da chi cavalca il palco che ridere è una cosa seria.

È stata la relazione familiare con la “compagnia degli Ignoti” che tra risate, emozione, giretto a Roma e corsa in San Pietro per vedere il Papa, che alla fine quasi quasi ci sentivamo davvero parenti.

È stata la gioia di sentire il supporto di tutti, soprattutto ridarelle e ridarelli del club #ridiconme che credono come me nella gioia incondizionata non come obiettivo, ma come il quotidiano da vivere e allenare ogni giorno e che nella sera della trasmissione hanno superato barriere fisiche trovandosi insieme per seguire  e farmi sentire una cosa sola.

È stato capire che se ci credi tutto diventa facile.

È stato sapere che su quel palco non c’ero io ma tutti i praticanti, i leader, i formatori, i club dello yoga della risata. Tutti insieme.

Che dire, la porta per la strada della gioia è aperta, ora “avanti tutta”.

Come ho fatto a partecipare ai Soliti Ignoti

No, non ho fatto domanda, né compilato alcun modulo. Ma se vuoi, puoi inviare la tua candidatura collegandoti al sito de I Soliti Ignoti e con un po’ di pazienza si può essere chiamati. Così è successo ai due compagni Ignoti che hanno partecipato con me.

Lo staff della trasmissione oltre a selezionare le autocandidature, fa scouting di professionisti e persone con attività e professioni molto particolari. E’ quello che è accaduto a me.

Tutto è iniziato qualche mese prima rispetto alla puntata, in agosto per la precisione. Mentre camminavo per le montagne della Val Formazza in una tre-giorni di solo zaino e gambe, mi ha chiamato l’ufficio stampa dei Soliti Ignoti per chiedermi se ero interessata a partecipare alla trasmissione come insegnante di yoga della risata.

Il cellulare prendeva poco. Avevo il fiato corto per la salita e, a dirla tutta, la richiesta mi sembrava proprio strana. Insomma, non ci ho creduto e ho rapidamente chiuso la chiamata invitando la giornalista a scrivermi un’email con tutte le informazioni del caso che avrei letto una volta tornata a casa. Ovviamente ho pensato che al rientro non avrei trovato nulla nella casella della posta.

E invece…

E invece, non solo è arrivata l’email, ma il messaggio era più che dettagliato ed esaustivo dal punto di vista delle informazioni, compresi gli obiettivi e il motivo per cui mi stavano cercando: portare lo yoga della risata in una puntata de I Soliti Ignoti.

Se ero interessata mi invitavano a organizzare una call per parlarne insieme e approfondire tutti gli aspetti anche tecnico-pratici, nonché tutte le curiosità del caso.

Superato lo stupore (proprio io?), mi sono sentita grata di questa opportunità e quindi ho partecipato alla call, durante la quale ho confermato la mia disponibilità a partecipare a una delle puntate entro la fine dell’anno, ma con un calendario ancora da definire.

Perché proprio io?

Ci sono molti altri colleghi più noti e trainer da più tempo di me. Ho posto la domanda, e la risposta è stata “vogliamo portare lo yoga della risata in puntata e ci serve una persona capace, che tenga corsi e faccia formazione, ma nello stesso tempo che non sia troppo conosciuta”. In altre parole, una Ignota, ma la cosa più importante è che desideravano portare lo yoga della risata in puntata e parlare di questa pratica.

Il fatto che la televisione avesse cercato e voluto mettere a copione lo yoga della risata mi ha entusiasmato e ha dato maggiore forza e intenzione all’impegno che sto mettendo in questa pratica e alla sua diffusione.

Per alcuni mesi non ho più avuto notizie, poi una telefonata il 23 dicembre mi ha prospettato la possibilità della serata dell’Epifania, in altre parole una grande opportunità.

Com’è andata?

Mi sono innanzitutto molto divertita e devo riconoscere che lo staff è stato molto gentile e accogliente.

Con gli altri Ignoti, Donatella, Claudio, Giampiero e Giovanni c’è stata subito sintonia e con molta familiarità e condivisione abbiamo affrontato le prove e il tempo libero senza farci mancare la visita a Piazza Navona per assistere alla calata della Befana e a Piazza San Pietro per ascoltare l’Angelus di Papa Francesco.

Per quanto riguarda la puntata, beh sono stata molto contenta, perchè benchè non fosse previsto (ci avevano assicurato che non avremmo dovuto parlare se non per rispondere agli indizi e alla fotona) ho avuto modo di raccontare in 1 minuto cos’è lo yoga della risata. Di questo devo ringraziare Francesca Chillemi che, una volta svelata la mia attività di insegnante di yoga della risata, ha affermato che tutti gli attori dovrebbero praticare la risata incondizionata prima di entrare in scena.

Quello che mi porto nel cuore è la risata spontanea che ho visto in tutte le persone presenti nel teatro che non hanno resistito all’invito “Inspiro, trattengo…e rido”. E così, senza distinzione di ruoli e di gerarchie abbiamo riso tutto insieme, vip, ignoti, pubblico e staff.

Il dopo I Soliti Ignoti

Sono contenta se questa occasione è servita a far conoscere questa pratica così semplice e al tempo stesso tanto potente. Non mi interessa che diventi un fenomeno di moda, ma che raggiunga chi ne ha bisogno. Nel mio “sogno”, che raggiunga i luoghi di cura per migliorare la qualità della vita e dare forza e speranza a chi soffre, ai caregivers e anche al personale sanitario.

Piano piano i semi iniziano a germogliare e se la TV ha iniziato a interessarsi è soprattutto grazie a chi ha seminato gioia prima di me e continua a seminare insieme a me.