Giuliana è logopedista e segue la riabilitazione di pazienti con diversi tipi di disabilità, spesso gravi. Lavora a domicilio e nella maggior parte dei casi i suoi pazienti necessitano di percorsi riabilitativi molto lunghi. Diventa quindi fondamentale instaurare un rapporto intenso e di profonda fiducia con i pazienti e anche con le famiglie e trovare sempre nuovi modi per rinforzare la motivazione sua e del paziente.

In questo articolo, Giuliana racconta in che modo lo yoga della risata la aiuta al lavoro con i pazienti, la sostiene come professionista e poi come madre di una figlia speciale, affetta da Disturbo dello Spettro Autistico e Disturbo ossessivo compulsivo.

L’esperienza di Giuliana

Ho conosciuto Tiziana e lo Yoga della Risata grazie alla mia collega Sabrina, che ho incontrato una mattina “per caso”, anche se sono convinta che nulla accada per caso. Durante la nostra chiacchierata deve aver capito che avevo davvero bisogno nella mia vita di un nuovo punto di vista, di un po’ di leggerezza. E così è stato.

Giuliana Gandini, logopedista, insieme alla figlia

Mi chiamo Giuliana, ho 46 anni, sono nata e vivo a Torino.

Sono logopedista dal 1997. All’inizio ho lavorato prevalentemente con pazienti adulti e anziani in un centro di riabilitazione.

Da quasi 20 anni invece lavoro in un servizio domiciliare.

Seguo pazienti di tutte le età, per lo più in situazioni di particolare gravità, tale da rendere necessario il trattamento presso il loro domicilio anziché in un ambulatorio.

Dalla risata indotta alla risata naturale

Il primo impatto con lo yoga della risata è stato “strano”.

Mi impegnavo a mettere in pratica ciò che Tiziana ci spiegava, ma allo stesso tempo trovavo la maggior parte delle pratiche innaturali per me. Non riuscivo a capire come si potesse ridere a comando, non l’avevo mai fatto prima!

Pian piano mi sono imposta di praticare con costanza e determinazione. Non solo ci sono riuscita, ma è diventato giorno per giorno sempre più facile. 

Lavorando in un servizio domiciliare trascorro parecchio tempo in auto. Così ho iniziato a ridere in mezzo al traffico, in coda, ferma al semaforo, mentre cercavo parcheggio.

Successivamente ho iniziato a utilizzare anche il gibberish (linguaggio non senso), che libera e alleggerisce la mente.

Praticare mi ha fatto sentire meglio, una specie di ricarica tra un trattamento e l’altro.

Buddy, molto più di una compagna di risata

Per trasformare la risata indotta in risata naturale è stato fondamentale avere una “buddy”, una “compagna di risate” che Tiziana mi ha assegnato durante il primo incontro di formazione di yoga della risata.

Ricordo la nostra prima chiamata; doveva essere di almeno 1 minuto, invece è durata quasi un’ora!

Da allora sento tutti i giorni la mia buddy, spesso anche tramite messaggi vocali per via degli orari che quasi mai combaciano. In questo modo ci ricordiamo che dobbiamo risvegliare il nostro buonumore, comunque stia andando la giornata, soprattutto quando parte male.

Il bello è che funziona! E pensare che non ci siamo mai incontrate di persona!

Risvegliare un paziente dal torpore farmacologico

Quando si lavora a domicilio bisogna imparare ad entrare nelle case con discrezione, “in punta di piedi”. Se si entra con il sorriso, cosa che ho sempre fatto, ancora meglio. Ma se si riesce a far sorridere anche il paziente, e i suoi famigliari, è una gran soddisfazione!

Ho iniziato a proporre ad alcuni pazienti gli esercizi di YdR e ho osservato fin da subito un miglioramento dell’attenzione e una maggior partecipazione durante l’intera seduta.

Una  mattina ho utilizzato la risata per “svegliare” letteralmente un paziente molto soporoso, anche per la pesante terapia farmacologica: gli ho proposto gli esercizi di respirazione accompagnati dalla risata (raccontandogli anche aneddoti buffi) e alla fine era vigile e attento. La moglie, che si era assentata un attimo, quando è rientrata nella stanza, incredula mi ha chiesto come avessi fatto a svegliarlo.

“Mi insegni che ci provo anch’io!”, mi ha poi domandato .

E’ stata davvero una “magia della risata!

Ridere fa bene a tutti, ma è necessario personalizzare l’approccio

Sto imparando che la risata incondizionata fa bene a tutti, ma va “personalizzata, adattata alle varie situazioni.

Per ogni persona funziona uno stimolo differente, quindi bisogna capire quale può essere quello giusto e utilizzarlo al bisogno!

Ad esempio, nei bimbi compromessi sia dal punto di vista cognitivo che motorio la risata funziona molto per ingaggiarli e per far accettare la mia presenza soprattutto durante le prime sedute, in cui devono innanzitutto conoscermi e imparare a fidarsi di me. In queste situazioni ho verificato che il clapping (battito di mani ritmato), le canzoncine (anche in gibberish!) accompagnate dai gesti e magari un po’ di solletico, aiutano davvero tanto!

[per approfondire cos’è il clapping e come si fa, leggi qui]

La mia esperienza di risata incondizionata e autismo

Oltre che al lavoro ho iniziato ad utilizzare lo yoga della risata anche a casa, visto che sono mamma di una splendida creatura di 15 anni con diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico e Disturbo ossessivo compulsivo.

Nei momenti di tensione e nervosismo, ho iniziato a provare a distrarre mia figlia proponendole la risata incondizionata o qualche gioco con le parole. Non sempre ho ottenuto l’effetto sperato, ma qualche volta ha funzionato ed è servito a prevenire o ad evitare momenti di crisi.

Spesso non solo si è fatta coinvolgere, ma ha anche partecipato attivamente proponendo lei stessa giochi o modificando quelli iniziati da me, insegnandomi (come dice Tiziana) che il limite è proprio solo la nostra fantasia!

Ridere per ridere

Ciò che all’inizio del mio percorso con lo yoga della risata non riuscivo a capire e a fare ora mi viene sempre più spontaneo cioè “ridere per ridere”, per stare meglio e per far stare meglio gli altri.

Anche quando non sembra ci sia  proprio niente per cui ridere, come capita spesso nella mia situazione personale e molto molto spesso anche sul lavoro, visto il tipo di pazienti che seguo.

Invece sto davvero imparando a cercare (e trovare!) il lato positivo in tutte le situazioni, ad apprezzare ed essere grata per ciò che ho. Questo mi dà la carica per riuscire ad affrontare quello che ancora non va!

E di questo non posso che ringraziare Tiziana e lo yoga della risata.

Cosa puoi fare tu.

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Se vuoi provare anche tu i benefici della risata incondizionata per stare bene tu nella vita e al lavoro, dai un’occhiata alle mie iniziative di yoga della risata.

Io sono pronta, e tu?

Se ti interessano altre esperienze di yoga della risata in logopedia puoi leggere l’esperienza di Sabrina